Bamboccioni, choosey, pigri, mammoni. Non hanno le giuste priorità, non sanno risparmiare, preferiscono spendere i loro soldi in avocado toast, tatuaggi e vestiti costosi, non vogliono crescere, non vogliono mettersi in gioco, non vogliono fare lavori umili. Questi sono solo alcuni dei modi che sono stati usati per descrivere i Millennial.
Riuscire a ottenere un lavoro stabile e duraturo, risparmiare e comprare casa, insomma, “sistemarsi” sembrano azioni scontate, le naturali fasi della vita che hanno condotto i nostri genitori e i nostri nonni. Eppure per la nostra generazione, senza considerare quelle dopo a partire dalla Gen Z, potrebbe non essere così.
Quante volte avete sentito dire che i giovani d’oggi vogliono una maggiore flessibilità nel lavoro, e più dinamicità? Spesso si legge anche che i giovani preferiscono l’affitto e la convivenza rispetto alla casa di proprietà che, durante il boom della sharing economy ovvero della condivisione dei beni, sembra un mito del passato. Ma siamo sicuri che sia così?
Condividiamo perché lo preferiamo, perché è più conveniente o perché non ci sono alternative?
Secondo i dati dell’Istat, è salita l’incidenza dei posti di lavoro a termine e di quelli a tempo parziale ovvero del part-time che in 6 casi su 10 è involontario. Alla faccia dei giovani che preferiscono la flessibilità.
Si percepisce insomma una generale precarietà: in termini di ore lavorate, di retribuzione, di durata dei contratti, di territorialità. Infatti sono tanti quelli che si spostano per necessità dal Sud al Nord e all’estero, anche più volte nel corso della loro vita, anche per periodi brevi. Quindi l’acquisto di una casa così come il matrimonio o la convivenza sono tutte tappe della vita che si tende a rimandare. Manca il potere d’acquisto, sì. L’argomentazione “eh però l’iPhone ve lo comprate” non ha senso perché la condizione base per un mutuo o un prestito è la continuità nel pagamento. Continuità che sembra una chimera senza delle garanzie alle spalle.
Nella puntata di oggi parliamo di diritto alla casa, lavoro e di come il volto delle città che abitiamo stia cambiando. Come sempre, trovate la puntata ovunque da YouTube a Spreaker, da Spotify a iTunes.
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